Vai ai contenuti

Il Restauro del SS. Ecce Homo
Tra Arte, Fede e Devozione  
La statua lignea raffigurante l’Ecce Homo (ecco l’uomo) é riconducibile, presumibilmente, alla prima metà del 700. Ha la raffigurazione secondo lo schema iconografico classico: testa inclinata, sguardo sofferente, polsi legati da corde, le ginocchia piegate e insanguinate, e i classici segni della Passione, visibile su tutto il corpo. La statua si presenta in un discreto stato di conservazione. L’intera superficie era ricoperta da uno strato di depositi superficiali  coerenti e incoerenti, presenti soprattutto nelle parti aggettanti, e negli incavi del modellato.    Ben visibile era la presenza di uno strato di protettivo alterato, che impediva la leggibilità dei reali valori cromatici, anche se non originali. Infatti in corrispondenza di lacune, dove era saltata la pellicola pittorica e gli strati preparatoti risultavano sollevato dal supporto, abbiamo rilevato la presenza di ridipinture che nascondevano la pellicola pittorica originale sottostante, che dove visibile, ci appariva ben conservata con colori chiaramente leggibili. Strutturalmente si presentava qualche fessurazione superficiale in corrispondenza dei punti di giunzione di mani e del nodo del perizoma, essendo queste parti aggiunte all’unico blocco di legno di cui é composta l’opera. La prima fase dell’intervento ha previsto il trattamento antitarlo, effettuato tramite l’iniezione di prodotto a base di permetrina direttamente all’interno dei fori presenti. Si é passati alla fase della pulitura di depositi incoerenti tramite pennellesse e aspirapolvere. Successivamente sono stati eseguiti dei saggi di pulitura conoscitivi che ci hanno permesso di verificare la presenza di più strati  di ridipinture sovrammessi all’originale: be 3 strati; Un primo strato di vernice protettiva alterata è molto annerita; un secondo stato di ridipinture di colore rosa, con delle sfumature azzurre in alcune parti specifiche ( zigomi e costato) per accentuare l’effetto chiaroscurale; un terzo strato di vernice ossidata sulla superficie pittorica originale. Verificato l’ottimo stato della superficie pittorica originale, si é deciso di rimuovere tutti gli strati aggiunti nel tempo, procedendo con una prima pulitura a solvente, tramite breve impacchi e a tampone, seguita da un’attenta pulitura meccanica a bisturi, rifinendo il tutto con solventi a tampone.  Dopo il lungo lavoro richiesto da questa fase di pulitura, é stata portata alla luce l’originale cromia della statua e il meraviglioso decoro “manieristico” del perizoma. Altra fase é stata quella della stuccatura  delle lesioni, delle parti mancanti e delle lacune causate dalla dismissione di vecchie stuccature, con materiale idoneo a base di colla animale e gesso di Bologna. Successivamente abbiamo reintegrato con tecnica mimetica e riconoscibile tramite stesure di colore ad acquerello, allo scopo di restituire all’opera continuità cromatica e visiva. L’intervento si é svolto nel rispetto della superficie e del suo supporto e qualsiasi aggiunta apportata, necessaria ai fini del miglioramento strutturale e dell’equilibrio estetico dell’opera, risulta essere assolutamente compatibile , distinguibile e reversibile, secondo i principi fondamentali del Restauro. Restauro effettuato dalle Dottoresse Francesca Antoci e Sebastiana Manitta nell’Aprile- Luglio del 2017. Restauro commissionato e finanziato interamente  dal Comitato- Festa.
Foto: Giovanni Ribaudo

Prima

Dopo

Torna ai contenuti