Il Restauro del Fercolo
scheda tecnica
Il fercolo si può dire, dal giorno della sua costruzione, non aveva subito interventi di manutenzione nè restauro, eccetto, con molta probabilità delle riverniciature in porporina, effettuate per coprire abrasioni e cadute di colore; ciò si può affermare con certezza considerato che sotto lo strato ossidato si celavano i colori delle quattro statuette, come l'incarnato in tutte e 32 testine di angeli alati. Dette ridipinture avevano causato la copertura e la scomparsa della policromia. Le poche tarlature, concentrate soprattuto sulla base, hanno consigliato di estendere a tutta la struttura, la disinfestazione chimica mediante impregnante con prodotto antitarlo di permetrina, tale da garantire per molti decenni una buona conservazione dell'opera, ma un bravo intagliatore come Azzolina, conosceva bene i segreti per trattare il legno e preservarlo dai tarli, già fin dalla scelta delle piante nel bosco, con la successiva stagionatura e i trattamenti chimici che lo avrebbero tenuto sano nel tempo. La mancanza di manutenzione e le sollecitazioni dinamiche concomitante alle processioni, e gli inevitabili sbalzi termici, avevano fatto allentare notevolmente gli incastri, provocando una pericolosa oscillazione della cupola. A tal fine è stato necessario inserire dei perni metallici all'altezza dei quattro capitelli con angeli
alati e delle "spine" a scomparsa in legno duro, in altri punti critici. Le parti lignee più deteriorate sono state trattate con impregnante in resina acrilica, tipo Paraloid b72 in clorotene; tutta la superficie è stata ripulita dalla polvere consolidata e dal colore distaccato. Tutte le lacune e le fessure sono state sottoposte a reintegrazione. Successivamente tutta la superficie è stata trattata con vernice di fondo, dove è stata applicata la foglia in similoro con la tecnica della doratura a mordente, rifinita con vernice protettiva in gommalacca. Per la doratura di tutta la superficie e delle statuette, sono stati adoperati circa 3.000 foglietti di similoro 16x16, e circa 60 foglietti di argento puro. I fregi intagliati della cupola,quelli interni e le quattro volute centrali che reggono il globo con la croce, erano notevolmente danneggiati. Tutti i pezzi mancanti sono stati rifatti con lo stesso legno e integrati con colle specifiche, con spine in legno duro e sottoposti al medesimo trattamento di tutta la superficie. Le quattro statuette come già detto, erano in condizioni disastrose, anche per i traumi dovuti alle entrate ed uscite dalla porta della chiesa, appena più larga di qualche centimetro. Tranne l'Addolorata, le altre tre presentavano delle fratture molto gravi, rattoppate alla meno peggio: Giuda spezzato in due parti all'altezza della vita: il San Giovanni mancante di tutta la parte sinistra di busto e testa; San Pietro con una vasta lesione all'altezza del torace fino al collo.
Il restauro del fercolo é stato eseguito dal maestro mario Biffarella nell'anno 2005
Scheda tecnica e restauro di Mario Biffarella.
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Dopo